Dopo Pupi Avati anche Alessandro D’Alatri ha voluto lanciare una stoccata al cinema italiano: “La situazione del cinema italiano è paradossale, apparentemente sta abbastanza bene ed è di sana e robusta costituzione, i film italiani da qualche anno superano quelli stranieri, ma sul piano della diversificazione e delle proposte è un pò meno in salute: ormai la commedia è quasi un obbligo. Il pubblico richiede evasione, complice il momento politico, economico, sociale, forse va al cinema soprattutto per dimenticare la concretezza della quotidianità. I dati vanno in questa direzione non ultimo il fatto che vengono premiati percorsi molto legati alla televisione, pensiamo a Zalone e ai Soliti Idioti. È stravagante che ci sia un pubblico che esce di casa per vedere qualcosa di analogo a ciò che vede comodamente nel suo salotto. Il cinema di qualità trova sempre più difficoltà”.
Paragonandolo al cinema estero ha spiegato: “Il resto del cinema europeo, invece, sembra riuscire a percorrere altre strade: in Francia le commedie non mancano ma c'è anche il cinema d'impegno. Solo da noi siamo bloccatì sulla commedia, anche se con una sorta di evoluzione interna che vede più sofferenti quelle natalizie mentre vanno avanti quelle generazionali”.
Paragonandolo al cinema estero ha spiegato: “Il resto del cinema europeo, invece, sembra riuscire a percorrere altre strade: in Francia le commedie non mancano ma c'è anche il cinema d'impegno. Solo da noi siamo bloccatì sulla commedia, anche se con una sorta di evoluzione interna che vede più sofferenti quelle natalizie mentre vanno avanti quelle generazionali”.